Laura Bortolotti, CREA

Consiglio per la ricerca in agricoltura e analisi dell’economia agraria – Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente

Api selvatiche e allevate per la salvaguardia degli ecosistemi agricoli

In Italia esistono circa mille specie di api selvatiche, che presentano caratteristiche biologiche molto diversificate per livello di socialità (da solitarie a eusociali), modalità di nidificazione (nel terreno, in cavità preesistenti, in nidi auto-costruiti) e rapporto con la flora spontanea e coltivata. Quest’ultimo è di primaria importanza per il loro ruolo di impollinatori: le api generaliste, come l’ape da miele, visitano molte piante, ma in modo non specifico, mentre le api specialiste visitano in modo preferenziale una determinata specie botanica, della quale sono impollinatori molto efficienti. Questo ha portato allo sfruttamento commerciale di alcune specie di api per l’impollinazione delle, il cui commercio a livello globale ha creato problemi di inquinamento genetico. Anche l’ape da miele viene spesso sfruttata per impollinare le colture, soprattutto nelle aree dove vi è carenza di api selvatiche. Questa consuetudine ha comportato un indebolimento delle famiglie di api, a causa dei lunghi trasporti e dell’inospitalità dell’ambiente agricolo. Studi recenti hanno dimostrato che la biodiversità degli impollinatori è importante per un buon servizio di impollinazione, oltre che per il mantenimento della stabilità ambientale. Pertanto i migliori risultati si ottengono attraverso azioni di ripristino ambientale, che favoriscono il mantenimento della biodiversità degli impollinatori, piuttosto che il loro sfruttamento nel servizio di impollinazione.